Nella prossima legge di Bilancio, sembra stia spuntando l’idea di varare una specie di nuova voluntary disclosure sul denaro in contanti quindi inserendo il provvedimento nella manovra che dovrebbe contenere poi anche la rottamazione bis delle cartelle esattoriali da pagare al fisco.
Ipotesi al vaglio Tra le ipotesi quella di fare pagare un forfait sul denaro contante che si fa emergere e dare il vincolo di investirne una quota nei titoli di Stato. La strada per la lotta all'evasione infatti sta studiando sempre nuovi interventi. Maria Elena Boschi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha ribadito la possibilità di procedere “su alcune misure come la fattura elettronica” e poi “l’opportunità di estendere lo split payment“. Misure su cui intervenire Ha anche aggiunto: “Dobbiamo porci il problema di come aggredire il contante che è presente nelle case: utilizzare il contante senza consentire operazioni di pulizia di chi ha ottenuto quel denaro in modo illecito”. “Attraverso un lavoro di squadra con la Guardia di Finanza e le procure siamo passati dagli 11 miliardi del 2014 ai 23 miliardi come recupero di evasione. Abbiamo fatto passi importanti ma ne servono altri” ha detto . Tale risultato andrebbe ben oltre i 19 miliardi del 2016 (comprensivi degli incassi della prima voluntary disclosure), e l’obiettivo della convenzione Mef - agenzia delle Entrate che fissava il tetto raggiungibile a 15,7 miliardi. Esito della rottamazione Probabilmente la decisione di questa norma sul denaro in contanti dipenderà anche dall’esito della rottamazione cartelle dell’ex Equitalia. Sembra infatti che nelle varie cassette di sicurezza dellae banche sia presente un ingente patrimonio che ammonterebbe a circa 200 miliardi di euro non dichiarati. Lo ha ricordato Francesco Greco procuratore capo della Repubblica di Milano, che ha parlato anche della possibilità di tracciare le banconote da 500 euro e incentivare la moneta elettronica.
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